Author's bio

Inizia nel 1947 come apprendista nella bottega del padre restauratore di quadri, con cui collabora fino al 1958: è qui che egli viene in contatto con la tradizione pittorica occidentale, l'arte medievale e rinascimentale.Nel 1953, collabora con Armando Testa, fondatore della prima scuola di pubblicità in Italia. Dirige tale istituto di advertising fino al 1958. La pubblicità influenzerà le sue prime ricerche. Già in questi anni inizia la sua attività creativa nel campo della pittura che si esprime anche attraverso numerosi autoritratti, su tele preparate con imprimitura metallica e successivamente su superfici di acciaio lucidato a specchio.La frequentazione di luoghi espositivi torinesi, come la Galleria Notizie di Luciano Pistoi, la Galleria La bussola, il Centro Internazionale di Ricerche Estetiche e il Museo Civico, dove il critico Luigi Carluccio aveva curato una seria di mostre focalizzate sul confronto fra Italia e Francia, con artisti quali Georges Mathieu e Hans Hartung, insieme al contatto con le opere di Lucio Fontana, viste a Torino alla rassegna "Arte in vetrina", lo conducono ad una riflessione sull'arte contemporanea, sulla contrapposizione fra astratto e figurativo.Tra il 1962 e il 1966 i soggetti dei "quadri specchianti" vengono tagliati e immobilizzati in un'istantanea, in un'atmosfera di sospensione ancora più accentuata. Nel 1963, anno in cui espone per la seconda volta alla Galleria Galatea, viene erroneamente accostato da Ileana Sonnabend ad artisti pop come Jasper Johns, Robert Rauschenberg, Roy Lichtenstein e Andy Warhol. In Pistoletto però manca sempre l'identificazione fra arte ed oggetti di consumo e merci, che si trova nella Pop Art americana e la rimozione della mano dell'artista tipica, ad esempio, di Warhol.Nel 1964 si colloca il passaggio dai Quadri specchianti ai Plexiglas, lastre di resina trasparente su cui l'artista dipinge o riporta fotografie di oggetti già utilizzati nei primi lavori, che lasciano intravedere la superficie su cui poggiano. La luce incontra il vuoto dell'opera e il pieno della realtà, dell'ambiente. La distinzione fra immagine e realtà si rende ambigua, gli oggetti rappresentati si trasformano in oggetti reali, che si relazionano con lo scorrere del tempo ed il mutare delle cose.Con gli Oggetti in meno e le prime opere con gli stracci, ad esempio tre Venere degli stracci (1967), sarà catalizzatore alla nascita dell'Arte Povera.Nel 1967 pubblica in proprio una riflessione teorica sull'evoluzione del suo lavoro, intitolata Le ultime parole famose: si interroga sull'ambiguità in arte fra «una parte mentale e astratta e una parte concreta e fisica», tra una presenza letterale dell'artista nello specchio e una sua presenza intellettuale in pittura.All'interno degli spazi della Galleria Christian Stein di Torino, dall'ottobre del 1975 al settembre 1976, Pistoletto realizza 12 mostre consecutive, una al mese. Le Stanze, che scaturiscono da tre ambienti (tre stanze collegate da tre porte allineate sullo stesso asse), agiscono come una sorta di cannocchiale architettonico, riflettendosi le une nelle altre, nello steso spazio.La Cittadellarte-Fondazione Pistoletto è un centro dedicato all'arte contemporanea in cui si organizzano mostre, convegni, performance, laboratori didattici e multimediali, con lo scopo di porre l'arte in interazione con la società. L'idea di acquistare, ristrutturare e riqualificare quello che era l'ottocentesco lanificio Trombetta di Biella in un laboratorio creativo ed espressivo è propria dell'omonimo artista. L'ampio spazio dell'ex opificio ospita aree che riguardano arte, politica, educazione, produzione, lavoro, ecologia, economia, architettura, comunicazione, moda, nutrimento. Ogni anno tramite il progetto UNIDEE vengono proposti nuovi artisti, come l'associazione Artway of thinking, i quali lavorano su progetti fondati sul binomio arte e società, inoltre è presente la collezione permanente di Michelangelo Pistoletto.

The artist in the museum

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