Biografia dell'artista
Alunno della scuola pesarese di Giannandrea Lazzarini, fu tra i suoi allievi più stimati. Iniziò a frequentare ad Urbino la bottega di Michelangelo Dolci, architetto, pittore, insegnante e storiografo, molto esperto nel disegno ma freddo nel colore, che era stato allievo a Bologna della scuola di Giovan Pietro Zanotto presso l'Accademia Clementina. Fu lo stesso Dolci che indirizzò il suo discepolo al Lazzarini con una lettera di accompagnamento datata 17 ottobre 1762 (Ms. Oliv. 1981, CXI). Le doti naturali del Paolucci unite ai progressi compiuti presso la scuola pesarese lo resero uno dei migliori allievi del Lazzarini, tanto da fargli meritare il ruolo di collaboratore, al fianco del maestro, nel lavoro di Palazzo Olivieri a Pesaro. Nel 1770 frequentò l' Accademia Clementina a Bologna dove conobbe e fu influenzato dal gusto del 'quadraturismo' diffuso in quella città. Sicuramente a Bologna ebbe modo di ammirare Palazzo Poggi, con le scene mitologiche dipinte da Nicolò dell'Abate, e Palazzo Fava, con le storie di Enea opera dei CarraccL Carlo Paolucci aveva fatto pròpria la regola del suo maestro Giannandrea Lazzarini del docere delectando: non accettava l'arte puramente decorativa, priva di alcun fine educativo. Fu esperto negli affreschi e nella pittura ad olio, ma sempre le sue opere furono contrassegnate da un 'languore' che forse è da attribuirsi alle tonalità rosate, delicatissime, che caratterizzavano i suoi volti angelici. Collaborò con il maestro, insieme ad altri discepoli, alla decorazione di Palazzo Olivleri e della sagrestia dei Monaci Camaldolesi a Pesaro, dell'abside del Duomo di Osimo; fu autore di numerose opere pittoriche a Pesaro e nei dintorni, tra le quali si ricordano la Pala di S. Mustiola e S. Cassiano nella chiesa di S. Cassiano a Pesaro e, nella stessa città, la Pala dell'Annunciazione nella Chiesa di S. Rocco. Dipinse le storie di S. Cecilia nel Casino Olivieri Machirelli a Novilara, lo stendardo dei confratelli in S. Giacomo a Pesaro, le Muse in Villa Almerici a S. Maria delle Fabbrecce, le camere dei domestici e i mezzanini nel Palazzo Olivieri a Pesaro. Collaborò con i colleghi in Villa Simonetti a San Patrignano di Osimo, in Palazzo Marefoschi a Macerata e con Placido Lazzarini in Palazzo Manciforte ad Ancona, nel Duomo e nel Palazzo Pianetti a Jesi, nella sagrestia del Monastero di Fonte Avellana.