Il bel dossale d'altare è stato attribuito da Cesare Annibaldi all'artista di Sassoferrato: "L'Agabiti, fu detto, pure facesse un bellissimo altare per l'Eremo dei Camaldolesi presso Cupramontana, dove si conservò fino al 1872; in quest'anno un'aura impropizia, lo tolse rabbiosamente a quel romitaggio, ed ora ricomposto anch'esso è nella nostra Pinacoteca". Se l'attribuzione all'Agabiti risulta plausi-bile, le vicende storiche di recupero dell'opera sono andate un po' diversamente da come riferisce l'Annibaldi e lo sappiamo in base agli atti conservati nell'Archivio storico di Jesi. L'opera venne ceduta alla Pinacoteca comunale di Jesi con atto dell'11 luglio 1870 a seguito del decreto dell'Amministrazione del fondo per il culto del 26 novembre 1869, su proposta del Ministero della Pubblica Istruzione: in realtà, il Comune di Jesi venne in possesso diretto del dossale soltanto alla fine del 1874 a causa delle difficoltà che presentava il distacco dal muro su cui era collocato. Nel frattempo il marchese Antonio Ghislieri, divenuto proprietario del fabbricato dove era sistemata l'opera, non tenendo in alcun conto che essa fosse legalmente di proprietà del Comune di Jesi, pensò bene di venderla a due antiquari fiorentini frantumandola in tanti pezzi - con quale danno per l'opera stessa è facile immaginare - collocandola in cinque casse e spedendo il tutto a Firenze dopo aver apposto all'esterno delle casse stesse la parola "ferraglie" per evitare possibili controlli. In seguito al tempestivo intervento del Comune di Jesi, coadiuvato dalla Questura di Firenze, si giunse al recupero del dossale, che ritornò da Firenze il 19 dicembre 1874. Successivamente fu collocato all'interno della chiesa di S.Floriano adibita a Pinacoteca. A seguito di queste tormentate vicende l'opera è giunta a noi in uno stato di conservazione alquanto compromesso ed è allo studio un intervento di restauro al fine di recuperare, per quanto possibile, l'aspetto originale del prezioso manufatto. La lettura attuale è resa difficile anche dalle manomissioni che il dossale ha subito nel tempo con aggiunte di strati successivi di colore; inoltre, alcune parti sono mancanti, come la parte superiore della figura del Bambino Gesù, mentre altre sono state rifatte in modo grossolano. La Madonna col Bambino occupa la zona superiore attorniata da una gloria di angeli, due dei quali sostengono una corona sopra il capo della Vergine. Inginocchiati, in basso, San Giovanni Battista e tre figure di Santi e Beati che si legano storicamente all'Eremo dei camaldolesi di Cupramontana.
Informazioni tecniche
Titolo originale | Madonna in trono con Bambino e Santi, pala in terracotta invetriata |
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Tipologia di opera | Opera e oggetto d'arte |
Collezione | Collezione Agabiti |
Tecnica | dossale d'altare in terracotta policroma |
Dimensioni | 225 X 130 |
Collocazione | Musei Civici di Palazzo Pianetti Piano: Primo piano - Pinacoteca Civica Spazio espositivo: Sale Agabiti |